San Colombano fu un monaco irlandese formatosi nell’anima (spiritualità) e nella mente (cultura biblica e classica) e giunse a Bobbio nell’autunno nel 614.
Nel 2014 ricorre quindi il 1400mo anniversario della sua venuta nella nostra terra, dove morì, nel 615.
La chiesa parrocchiale di Vicobarone è dedicata a San Colombano e una pala dipinta dal piacentino Pollinari (1813-1896) lo raffigura in atteggiamento di protezione sul paese di Vicobarone che vi è rappresentato con le circostanti colline.
Tra gli irlandesi convertiti presto al Cristianesimo da San Patrizio, in accordo con il re del suo tempo fu inviato missionario per l’Europa ancora prevalentemente pagana. Perciò Colombano, con una dozzina di compagni fu evangelizzatore di Francia, Renania, Svizzera, Italia. Giunto in un luogo edificava un piccolo convento, che presto diventava luogo di culto e di cultura. Poi passava oltre, con il medesimo modus operandi.
Dalla Svizzera (lago di Costanza) dove rimase il suo discepolo San Gallo, passò in Brianza e poi a Pavia, città scelta come capitale dai Longobardi. La cattolica regina Teodolinda, in accordo con il re Agilulfo, donò a Colombano il luogo di Bobbio, con la chiesa di San Pietro e un quadrilatero di quattro miglia per lato.
Secondo il metodo solito, Colombano e i suoi monaci, restaurarono la chiesa e costruirono modeste abitazioni per sé. Fu il nucleo della futura abbazia, che sarebbe diventata per diversi secoli uno dei maggiori centri culturali dell’Italia e dell’intera Europa.
La popolazione della Val Trebbia bobbiese era ligure, con qualche presenza romana, specialmente per usufruire delle sorgenti di acque saline e termali.
Colombano iniziò da subito il contatto con gli scarsi residenti e iniziò un’opera di colonizzazione e valorizzazione agricola e forestale del territorio. Sorsero allevamenti bovini (Vaccarezza) e di suini (Porcile poi Santa Cecilia); fu curata la viticoltura anche con barbatelle provenienti dalla Borgogna e dalla Valle del Reno.
Il nostro Santo trovò la grotta di S. Michele, nel torrente Curiasca (affluente della Trebbia) dove trascorse la quaresima del615. Inquello stesso anno rese l’anima a Dio il 23 novembre.
Per il centenario della morte, che coincide con l’Expo di Milano, si è già invitato a Bobbio il Papa Francesco, se verrà a Milano.
Nell’ VIII secolo si pensò di portare le spoglie di S. Colombano a Pavia. Nacque l’itinerario Bobbio-Pavia, del quale abbiamo buone testimonianze. Diciamo subito che una via francigena di montagna da Milano attraverso Pavia giunge a Bobbio e, attraverso la via degli Abati (abbots way) giunge a Pontremoli (Toscana) e quindi a Roma. Colombano tenne stretti legami con la sede di Pietro e gli abati suoi successori ebbero più di una necessità di recarsi a Roma.
L’itinerario Bobbio-Pavia comprende Canevino dove si è tenuto un Columban’s day e dove esiste una stele col miracolo del mutolino guarito da S. Colombano.
Vicobarone fu uno dei numerosi possedimenti colombaniani in Val Tidone, con Pianello e Pecorara. Si tramanda da generazioni il miracolo delle fave: una povera donna stava piantando le fave. S. Colombano concesse l’immediato sviluppo e fioritura dei preziosi frutti in tempi di grande fame.
Anche San Colombano al Lambro organizzò i primi Columban’s days, che poi furono tenute anche in località francesi e germaniche legate a San Colombano e ai suoi monaci.
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