Il Castello di Gropparello sorge in cima ad un groppo roccioso a 420 metri sul livello del mare su uno strapiombo che domina il torrente Vezzeno, formando una gola di circa 85 metri di altezza.
La posizione strategica del mastio, circondato da una doppia cinta di mura con merlature Guelfe e difeso da torri, ha reso il Castello di Gropparello, nel passato conosciuto con il nome di Rocca di Cagnano, quasi inespugnabile nel corso dei secoli.
La struttura irregolare si adatta alla morfologia del terreno roccioso ed è stata edificata sulla sede di un castrum romano, anticamente insediato a difesa della via per Velleia. All’interno della fortezza, oltre il secondo ordine di mura, dopo aver attraversato la torre d’ingresso con doppio ponte levatoio (uno pedonale e uno carrabile), si apre un suggestivo cortile.
Intorno alla fortezza ci sono camminamenti di ronda scavati nella roccia e la parte più antica del castello è la torre a base quadrata, costruita proprio sulla sommità della rupe, che consente un ampia visuale su tutta la valle fino a Piacenza.
Alla base della torre è stata scavata una cisterna per la raccolta dell’acqua, indispensabile per resistere a lunghi assedi, e secondo la leggenda, sul castello aleggia la presenza del fantasma di Rosania Fulgosio, giovane donna murata viva nel XIII secolo dal marito, per punirla del suo tradimento con Lancillotto Anguissola.
Nel 780 è documentata la cessione della fortezza da parte di Carlo Magno al Vescovo Giuliano II di Piacenza sino al 1255 quando fu conquistato per la prima ed unica volta da da Azzo Guidoboi per conto di Oberto II Pallavicino.
Per tutto il medioevo il castello fu terreno di scontro tra Guelfi e Ghibellini, rappresentando l’unica roccaforte guelfa nel territorio piacentino.
Nel XIV secolo la famiglia Fulgosi viene riportata come unica feudataria della roccaforte, che nel 1464 è ceduta a Galeazzo Campofregoso, per poi passare nel 1471 agli Attendolo da Cotignola e nel 1508 al milanese Carlo Borri. Infine torna alla camera Ducale nel 1599.
Lo stesso anno Ranuccio Farnese decide di donare il castello alla famiglia Anguissola insieme ad un titolo ereditario di sua ideazione, quello di “conte di Gropparello.”
Gli Anguissola terranno il dominio della rocca sino alla soppressione Napoleonica.
Nel 1869 viene acquistato dal conte Ludovico Marazzani-Visconti che affida il restauro all’architetto Camillo Guidotti, che con lo stile dell’epoca aggiunge strutture neogotiche ed apertura di finestre nel mastio.
Con successivi passaggi arriva alla famiglia Gibelli, che lo apre al pubblico.
Oggi il castello ospita il “Parco emotivo delle Fiabe” dove, accompagnati da animatori, i bambini possono andare alla scoperta delle fiabe e dei miti nordici in un magica atmosfera medievale tra cavalieri, gnomi, elfi e streghe.
Nella Taverna del Castello si svolgono periodicamente banchetti tematici e pranzi medievali.
Fonti:
“Piacenza e la sua provincia” di Leonardo Cafferini, Nuova Litoeffe, Castelvetro Piacentino; 2005
Wikipedia
Fotografia: Massimo Telò,