Il borgo di Calendasco è ubicato sulla foce del fiume Trebbia e si sviluppa lungo le lanche formate in quella zona dal Po, al confine tra le province di Lodi e Piacenza.
Il paesaggio pianeggiante che circonda il borgo è tipicamente padano e le sue origini storiche sono antiche. Nel territorio circostante sono stati rivenuti i resti e le tracce di insediamenti risalenti sino all’età del ferro. Documenti storici attestano la presenza dei romani e nel 1158 Calendasco è incluso tra i comuni sui quali il Barbarossa dichiarò la propria supremazia nella famosa Dieta di Roncaglia.
Nel XIII secolo nella località di Tempio esisteva un’importante magione con fondo agricolo gestiti dall’Ordine dei Templari: un avamposto con funzioni anche militari posto a protezione delle vie percorse dai pellegrini, poi andato in disuso dopo il1307 a seguito della soppressione dell’Ordine voluta dal Re di Francia Filippo il Bello.
Calendasco si trovava in posizione strategica e con tutto il territorio piacentino era sin da epoca romana funzionale ad un sistema di raccordi commerciali che si snodavano sino all’aera mediterranea ed europea. Per tutto il medioevo Calendasco fu inoltre un importante luogo di transito lungo la Via Francigena, come testimoniato dalla stele ubicata presso il guado sul Po.
Il feudo di Calendasco ed il suo castello furono alle dipendenza del convento di San Sisto di Piacenza e vennero poi contesi a partire dal XV secolo da diverse famiglie nobili locali, tra le quali possiamo citare i Pallastrelli, gli Scotti, i Visconti, gli Arcelli e i Confalonieri.
Il castello di Calendasco risalente al IX secolo è citato per la prima volta in un documento di Papa Urbano II. Nel 1346 fu distrutto dai piacentini e poi ricostruito nel 1372.
Si presenta come una poderosa struttura trapezoidale costruita in laterizio con merlature guelfe e circondato da fossato con tre accessi , due dei quali mostrano ancora gli incastri dei ponti levatoi oggi sostituiti da ponti in cotto.
L’ingresso principale, protetto da una grande torre cilindrica, conduce al cortile interno a doppio loggiato. Il castello, data l’importanza del porto sul Po, con passaggi notevoli di genti e merci, svolse preziose funzioni difensive di guardia armata e di riscossione di dazi. Secondo la documentazione oggi disponibile, la famiglia gentilizia che mantenne il feudo risiedendo nel maniero per il periodo più lungo furono i Confalonieri. Le carte notarili ci mostrano la loro presenza, tra alterne vicende, per quasi duecento anni tra i secoli XV e XVI. Il castello è oggi in parte residenza privata ed in parte proprietà comunale.
Fonti:
“Piacenza e la sua provincia” di Leonardo Cafferini, Nuova Litoeffe, Castelvetro Piacentino; 2005
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