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grottoes of rocca d'Olgisio
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Grotte in Val Tidone

Ancora oggi si possono visitare alcune antichissime grotte in Val Tidone. Sfruttate dall’uomo sin dai tempi della preistoria, perfettamente conservate dopo migliaia di anni, queste caverne in provincia di Piacenza sono ricche di fascino e possono ancora suscitare meraviglia anche al visitatore dei nostri giorni.

Nel cuore della bella e verdeggiante Val Tidone, a pochi chilometri da Milano e Piacenza, si trova la Rocca d’Olgisioun suggestivo e grandissimo complesso fortificato di proprietà della famiglia Bengalli, situato a Pianello Val Tidone in posizione strategica, fra i fiumi Tidone e Chiarone, e caratterizzato da un’architettura unica nel suo genere, non solo perché ricca e piuttosto articolata, ma anche perché è assolutamente ben conservata.

Grotte in Val Tidone

Grotta delle Sante Liberata e Faustina

Visitare questa fortezza significa catapultarsi indietro nel tempo: secondo i documenti ufficiali risale al 1037, ed è stata realizzata a ridosso di un crostone di roccia arenaria, ragion per cui nei dintorni si possono trovare numerose grotte naturali, che l’uomo primitivo, circa 2700 anni fa, durante l’età del Bronzo e del Ferro, aveva utilizzato non solo come luogo di sepoltura (vere e proprie necropoli) ma anche per viverci.

Numerose sono le grotte in Val Tidone che ospitano ancora oggi testimonianze preziose della vita preistorica ma anche di epoche più recenti.

All’interno della caverna conosciuta con il nome di grotta delle Sante Sorelle Liberata e Faustina, per esempio, è ben visibile un’incisione che raffigura un ramo completo di foglie sormontato da una figura stilizzata. Proprio all’ingresso, inoltre, si scorgono con chiarezza due fori di forma rotonda praticati anticamente nella roccia allo scopo di creare una qualche forma di rudimentale sbarramento.

Questo sta a significare che la roccia era utilizzata dall’uomo. Al suo interno, infatti, sono ben visibili i resti di una serie di gradini che conducono a un blocco di pietra molto probabilmente utilizzato come ara sacrificale; a supporto di tale ipotesi, ci sono anche le scritte sulle pareti: anche se stilizzate si riconosce la parola “ADE”, ovvero il dio greco dell’Oltretomba.

Le grotte in Val Tidone che si possono visitare, non senza qualche difficoltà quindi il visitatore deve prestare molta attenzione, sono veramente tante: un’altra tra le più suggestive, per esempio, è la Grotta del Cipresso, o Grotta della Goccia come è stata ribattezzata, poiché ospita al suo interno una grande vasca scavata nella roccia allo scopo di raccogliere l’acqua che naturalmente filtrava dalle fenditure del soffitto. Ma non era affatto un uso al servizio della comunità, bensì a scopo di tortura: qui pare venissero condotti i condannati per essere sottoposti alla tortura della goccia sul capo.

Grotta della Goccia

Grotta della Goccia

Altre due caverne che recano inequivocabili segni di insediamenti umani sono la Grotta del Riparo e la Grotta Nera, il cui colore è dovuto alla fuliggine degli antichi focolari che ha scurito le pareti. Evidentemente l’uomo primitivo la utilizzava come abitazione, infatti si possono ammirare gradini, sedili, giacigli e persino un rudimentale forno.

La Grotta dei Coscritti è invece divenuta famosa perché fu utilizzata come nascondiglio ai renitenti alle leve indette da Napoleone, ai tempi del Regno d’Italia.

Antonio Zucconi è un grande appassionato di Archeologia; autore del volume “La scoperta delle grotte di Rocca d’Olgisio”, ha personalmente visitato e scoperto gran parte di questi luoghi: nel suo libro descrive in modo dettagliato e preciso le modalità attraverso le quali è giunto a individuarne la presenza; inoltre, riporta numerose fotografie che mostrano l’interno delle grotte.

La grotta Silvio, per esempio, presenta una grossa protuberanza di arenaria sulla quale è riportato un graffito: è stato proprio Zucconi ad accorgersene, e ha messo la sua scoperta nelle mani esperte della dottoressa Piera Saronio, funzionario archeologo di zona.

Subito dopo aver esplorato questa grotta, Zucconi, rischiando la propria vita per calarsi giù fra crostoni di roccia e fenditure strettissime, si è dedicato allo studio della Roccia Riparo, su cui ha rinvenuto tracce di alveoli che sono poi stati studiati dagli esperti, e ha anche trovato un piccolo utensile in ferro, anch’esso oggetto di studi approfonditi.

Zucconi ha esplorato tantissime grotte: la grotta nera, la grotta Clessidra, la grotta Emilia, la grotta Delle Palette, la grotta dei Venticinque gradini, la grotta Alessandra, le due grotte sovrapposte, la grotta Tonino o delle ceramiche, e ha anche rinvenuto uno splendido alterare sacrificale. Nella zona di Pecorara ha persino scovato tracce inequivocabili di un sito risalente al Paleolitico; a Casa Laura, invece, materiali dell’era Neolitica.

Insomma, la zona di Rocca d’Olgisio a Pianello Val Tidone è una scoperta continua: si possono ammirare panorami mozzafiato, visitare castelli e fortilizi suggestivi e antichi, passeggiare per borghi medioevali di rara bellezza, passando per le grotte preistoriche probabilmente più belle e inesplorate d’Italia.

Naturalmente, chiunque volesse dedicarsi alla visita di queste zone deve prestare particolare attenzione perché gli ingressi non sono facilissimi; in alcune di esse lo stesso Zucconi, che è un esperto conoscitore di queste parti, nato e cresciuto qui, ha dovuto fare ricorso a delle funi per calarsi all’interno, non senza pericolo.

Chiunque fosse interessato ad approfondire la conoscenza di questi luoghi misteriosi e delle caverne preistoriche della Val Tidone, può consultare il museo Archeologico della Val Tidone, di modeste dimensioni ma ricchissimo di informazioni e reperti utili.

Info: Museo Archeologico della Val Tidone, Rocca Municipale di Pianello, Piazza Mensi, Pianello Val Tidone. Telefono: 0523994111. Fax:  0523994123. E-mail:  associazionepandora@virgilio.it.

 

Fotografie pubblicate per gentile concessione sito web della Rocca d’Olgisio

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