Bobbio esoterica
Il piccolo borgo medioevale di Bobbio in Val Trebbia, provincia di Piacenza, può essere definito senza timore di smentita una delle culle della cristianità occidentale. Buona parte di questo merito lo si deve a San Colombano, che giunto sino a questo remoto angolo di terra piacentina dalla lontana Irlanda, nel 614 vi fondò il monastero che porta il suo nome e la sua regola, destinato a grande fortuna.
La “regola colombaniana” infatti, oltre al lavoro ed alla preghiera prevedeva anche un forte impegno da dedicare all’istruzione e all’assimilazione della conoscenza. Nello Scriptorium collocato presso l’Abbazia insieme alla biblioteca, già nel 982 erano conservati oltre settecento codici, facendo del monastero il centro di produzione libraria più importante dell’Italia centrale e settentrionale.
Nella cittadina di Bobbio sono dunque numerosi gli edifici religiosi a cominciare dalla Chiesa di San Colombano del XV secolo di stile romanico-gotico con facciata tripartita e con alla base un nartece, detto anche portico del paradiso, formato da archi a sesto acuto sostenuti da colonne del XIV secolo.
Sono numerosi i misteri e le leggende che aleggiano intorno a Bobbio, a cominciare dal simbolo della città: il famoso Ponte Gobbo o Ponte del Diavolo. Si tratta di un imponente manufatto in pietra dall’aspetto ondulato e contorto sostenuto da undici arcate in pietra irregolari. Di probabile origine romana è documentato per la prima volta nel 1196. Secondo la tradizione fu costruito in una sola notte dal Demonio, al quale San Colombano offrì in cambio l’anima di chi per primo lo avesse percorso. Giunta l’alba ed ultimata l’opera, il Santo fece attraversare il ponte ad un cagnolino vecchio e malandato, impendendo in questo modo al Diavolo di prendersi l’anima di un cristiano. Andandosene inferocito per essere stato beffato, Lucifero prese a calci il ponte che da quel momento assunse la forma ingobbita ed irregolare che lo caratterizza ancora oggi.
In epoca successiva Bobbio fu con ogni probabilità sede di magioni templari, e nella Cattedrale di Santa Maria Assunta è conservata una curiosa rappresentazione dell’Ultima Cena di autore ignoto, dove Giovanni addormentato è raffigurato in modo molto effemminato, quasi a voler confermare la tesi secondo cui sarebbe in realtà Maria Maddalena, come ha sostenuto Dan Brown nel suo romanzo campione di vendite Il Codice Da Vinci, riferendosi al ben più famoso affresco di Santa Maria delle Grazie a Milano.
Ma i collegamenti con Leonardo non finiscono qui. Secondo le ricerche compiute dalla storica dell’arte Carla Glori, la donna ritratta nel quadro più famoso del poliedrico e geniale artista, La Gioconda, sarebbe in realtà Maria Bianca Sforza ed il paesaggio disegnato alle sue spalle altro non sarebbe che la campagna circostante la città di Bobbio con ancora una volta il Ponte Gobbo in bella vista. Il panorama immortalato da Leonardo, secondo la studiosa, sarebbe quello che si poteva ammirare affacciandosi dalle finestre del castello Malaspina Dal Verme di Bobbio, che ancora oggi domina la vallata.
Ed è proprio il castello di Bobbio ad essere al centro di altre più cruente e inquietanti vicende. Secondo quanto si tramanda in paese, nel maniero edificato all’inizio del 1300 era stato costruito un pozzo del taglio, dentro al quale venivano gettati i condannati a morte, destinati a spirare dilaniati dalle lame che fuoriuscivano dalle pareti di questa crudele macchina di tortura. Diversi testimoni giurano di aver visto i fantasmi di questi sfortunati aggirarsi la notte lungo le mura del castello in cerca di pace.
Concludiamo questa breve presentazione della Bobbio esoterica ricordando un altro personaggio storico leggendario: Gerberto di Aurillac, destinato a divenire Papa con il nome di Silvestro II, passato alle cronache anche come il Papa Mago.
Gerberto fu nominato abate del Monastero di San Colombano e della contea di Bobbio nel 982 dall’allora Imperatore del Sacro Romano Impero Ottone II. A quel tempo l’abbazia godeva di altissimo prestigio sia culturale sia morale, e la sua biblioteca era una vera miniera di conoscenze. Qui Gerberto poté consultare numerosi testi rari ed antichi come il Codex Arcerianus (VI-VII secolo), contenente frammenti in latino di autori romani e greci e di cui si servì, insieme con il De arte arithmetica di Boezio, per la stesura del suo trattato De geometria. Era uomo di grande cultura e diede un contributo importante per l’introduzione delle conoscenze arabe di aritmetica e astronomia in Europa e vi importò anche l’orologio a bilanciere. A lui sono attribuite l’invenzione di complicati strumenti musicali e soprattutto di una testa parlante in grado di rispondere in senso affermativo o negativo quando interrogata.
Il 2 aprile 999 fu nominato Papa dall’Imperatore Ottone III di cui era stato in precedenza il precettore. Le conoscenze e la cultura di Papa Silvestro II, erano tuttavia talmente grandi che attorno a lui iniziarono a fiorire le più variegate leggende al punto di attribuirgli poteri magici e rapporti con il demonio. Si ipotizzò che la testa parlante che aveva costruito fosse un Golem all’interno del quale aveva imprigionato un demone e, coincidenza significativa, durante il processo ai Templari di tre secoli dopo si parlò ancora di un Golem simile alla testa posseduta da Silvestro II. Secondo altri racconti Silvestro era entrato in possesso di un libro di magia nera. Ma l’apice della sua fama di Mago la raggiunse nella notte del 31 dicembre 999. Secondo la superstizione popolare la fine del millennio sarebbe coincisa con la fine del mondo. Ma Silvestro poco prima della mezzanotte spostò in avanti il calendario cancellando l’anno mille e salvando così il mondo dalla distruzione con un semplice trucco matematico.
Bobbio si trova a circa un ora di macchina da Podere Casale, ed è un luogo ricco di fascino e mistero che merita certamente di essere visitato.
Fonti:
Monna Lisa era una Sforza, lo sfondo era nel piacentino
Carla Glori sito ufficiale
Enciclopedia Treccani
Foto:
Wikipedia
Forse il prossimo libro Dan Brown lo scrive su Bobbio. Sarebbe divertente
No dai, persino la Gioconda dipinta a Bobbio, Non ci posso credere!