35 COSE DA VEDERE A PIACENZA: MONUMENTI, CHIESE, PALAZZI, MUSEI
35 cose da vedere a Piacenza si possono raggiungere in meno di 40 minuti di macchina partendo da Podere Casale ubicato nel cuore della val Tidone nel grazioso borgo di Vicobarone
Piacenza è una bella cittadina di origini arcaiche, fondata dagli antichi Romani nel 218 a.C. come colonia militare.
Nel corso dei secoli Piacenza si è sviluppata diventando una fiorente cittadina della provincia italiana ricca di monumenti, chiese, musei ed altri numerosi luoghi di interesse artistico e culturale meritevoli di essere visitati.
Monumenti da vedere a Piacenza
- Statue equestri dei Farnese
Furono commissionate dalla comunità piacentina a Francesco Mochi (1580-1654) per celebrare Alessandro e Ranuccio Farnese, signori della città in epoca rinascimentale. Le statue sono considerate uno dei capolavori dell’arte barocca e sono situate in piazza Cavalli nel cuore della città proprio davanti a Palazzo Gotico.
- Piazzale delle crociate
E’ ubicato nei luoghi dove nella primavera del 1095 si tenne a Piacenza un Concilio convocato da Papa Urbano II. Aperto a religiosi e laici, vide la partecipazione di oltre trentamila persone e per questo motivo si tenne all’aperto fuori dalle mura della città. Vi furono inviati anche degli ambasciatori dell’Impero romano d’Oriente per chiedere aiuto al Papa nella lotta contro i mussulmani in Asia minore. Urbano II accolse le richieste, e nel successivo concilio di Clermont nel novembre dello stesso anno fu indetta la prima crociata.
- Mura farnesiane
Si sono conservate sino ad oggi un largo tratto delle cinquecentesche mura farnesiane che in epoca rinascimentale circondavano l’intera città. Le mura superstiti si trovano nella parte nord e costeggiano via XXI aprile. Lungo le mura, nel vallo circostante oggi trasformato in parco, si tengono manifestazioni sportive e culturali.
- Facsal
Il Facsal è un viale di pubblico passeggio che collega il centro storico di Piacenza con la zona della stazione ferroviaria. Il percorso ombreggiato da platani secolari si snoda in parte sopra i resti delle mura farnesiane e si presta ad essere utilizzato per passeggiate a piedi e in bicicletta o per rilassanti momenti di riposo sulle numerose panchine collocate su tutta la lunghezza del viale. Il nome deriva dai Vauxhall Gardens di Londra, molto popolari agli inizi del XIX secolo al punto da essere utilizzati come generico sinonimo di giardini alberati. Molto amato dai piacentini, il Facsal in alcuni periodi dell’anno viene utilizzato anche per organizzare mercati, fiere ed altre manifestazioni ludiche e culturali.
- Monumento ai pontieri
Commissionato dal podestà di Piacenza Giuseppe Barbellini Amidei per celebrare la fondazione del Genio Pontieri di Piacenza nel 1883, il monumento fu inaugurato nel 1928 alla presenza del re Vittorio Emanuele III. E’ collocato sulla rotonda di accesso in città provenendo dal ponte sul Po che collega Piacenza alla Lombardia. L’opera alta circa 16 metri è una struttura in marmo posta su un basamento dal quale si eleva una stele con quattro alti fasci littori ornati con ghirlande e stemmi delle città di Roma, Venezia, Piacenza e Verona.
Alla base sono collocati quattro pregevoli gruppi scultorei in bronzo rappresentanti l’Italia nelle vesti della Dea Roma, due soldati che salvano dalle acque una donna senza forze e una giovane, e due allegorie dei fiumi Isonzo e Piave, dove si espressero il patriottismo e l’eroismo dei Pontieri durante la prima guerra mondiale.
- Munta’ di Ratt
Si tratta della caratteristica scalinata che collega via Mazzini alla più bassa via San Bartolomeo. Secondo la tradizione popolare il nome rimanderebbe ai topi che risalivano la scalinata in occasione di alluvioni e piene del fiume Po. Secondo altre fonti, l’etimologia sarebbe riconducibile all’espressione “montata ratta”, che stava ad indicare una ripida salita. In ogni caso la scalinata è molto suggestiva in tutte le stagioni. In primavera ed in estate, sormontata dai fiori esposti sui davanzali delle vecchie abitazioni, è vivacizzata dai tavolini dei piccoli locali della città vecchia, che si anima la sera con musica e letture di poesie. In inverno, quando si copre di neve, diventa un fatato angolo incastonato nel cuore della città.
Palazzi da vedere a Piacenza
Gioiello dell’architettura Rinascimentale Cinquecentesca, questo splendido palazzo oggi ospita i musei civici cittadini. La facciata si articola in tre piani, e conferisce al visitatore un insieme di timore e rispetto per la sua architettura particolarmente imponente e curata nei particolari. Ma se l’esterno lascia senza fiato, l’interno è anche meglio: attraverso un sontuoso vestibolo si viene introdotti in un altro mondo, il cui benvenuto è rappresentato da grandi nicchie diagonali, della stessa larghezza degli archi del loggiato e che conferiscono maggiore ampiezza allo spazio del cortile. Scopri nell’articolo di approfondimento tutto quello che c’e’ da vedere a Palazzo Farnese.
Incantevole e mirabilmente conservato complesso architettonico oggi sede di importanti collezioni d’arte, il Collegio Alberoni fu voluto dal cardinale Giulio Alberoni con l’intento di aiutare i chierici poveri della diocesi di Piacenza. Gli allievi del Collegio potevano infatti contare su una «santa educazione» e una «virtuosa direzione» per 9 anni che comprendeva un triennio di filosofia, un triennio di teologia e uno di morale. Il Collegio fu aperto al pubblico nel 1751 e sui suoi banchi studiarono e si formarono diverse generazioni di professori che si distinsero per cultura e impegno. Oggi il Collegio è la prestigiosa sede di innumerevoli collezioni artistiche e comprende una Biblioteca con 130.000 volumi, il Gabinetto di Fisica e di Scienze Naturali, un Osservatorio sismico e meteorologico (risalenti al 1802), una Specola astronomica (1870) e una Pinacoteca. La Nuova Galleria Alberoni ospita diciotto superbi arazzi di manifattura fiamminga (secoli XVI – XVII). Gioiello della pinacoteca fra il celeberrimo “Ecce Homo” capolavoro di Antonello da Messina. Nell’articolo di approfondimento trovi cosa vedere al Collegio Alberoni
- Palazzo Gotico
Palazzo Gotico, simbolo della città, risale al Medioevo: sorge nella centralissima Piazza Cavalli ed è rimasto incompiuto. Fu realizzato precisamente nel 1281 per volere di Alberto Scoto, capo dei mercanti e signore della città, con l’ausilio degli architetti piacentini Pietro da Cagnano, Negro de Negri, Gherardo Campanaro e Pietro da Borghetto. A prima vista colpisce di questo edificio il classico porticato basso dotato di solenni finestroni che illuminano l’enorme salone superiore, un tempo destinato alle grandi assemblee cittadine. L’11 giugno 1351 in questo salone fu ospitato il grande poeta Francesco Petrarca. Da sottolineare che una Madonna col Bambino risalente al secolo XIII, originariamente posata in una nicchia della facciata, è stata rimossa e messa in sicurezza presso i Musei Civici di Palazzo Farnese. Quella che ammiriamo oggi è una copia fedele.
- Palazzo Mulazzani
Dello splendido Palazzo Mulazzani, fra le tante cose da vedere, due sono le principali: l’ammirevole scalone d’onore obliquo, probabilmente opera del Cervini, e lo splendido dipinto di Sebastiano Galeotti “Aurora e Cefalo”.
- Palazzo Mandelli
Eretto verso la metà del XVIII secolo. Palazzo Mandelli è sede della Banca d’Italia dal 1913. Sorge su via Mandelli, all’angolo tra via S. Marco e via Borghetto, ed è realizzato con un doppio affaccio su altrettanti splendidi cortili. La sontuosa facciata principale misura 75 metri di lunghezza, e presenta tre ordini di fitte finestre arricchite al piano nobile da timpani, mascheroni e volute che conferiscono all’edificio un aspetto unico. Sopra la finestra del balcone all’ingresso campeggia lo stemma dei Mandelli. Entrando all’interno, colpiscono subito le dimensioni dell’atrio, che è il più vasto tra tutti i palazzi piacentini. Lo scalone nobile, con due rampe parallele, accompagna una doppia serie di finestrature arricchite con cornici e cimase rococò.
- Palazzo Landi
Situato all’angolo tra via Roma e via Giordano Bruno, Palazzo Landi risale al Medio Evo, anche se l’aspetto attuale è del XV secolo, quando fu completamente restaurato. Attualmente ospita il Tribunale. Il palazzo fu fortemente voluto da Manfredo Landi, consigliere dei Duchi di Milano. Nel 1578 passò nelle mani del duca Ottavio Farnese, a seguito della congiura contro il padre Pier Luigi, cui aveva partecipato anche Agostino Landi, conte di Rivalta. Da vedere il portale rinascimentale, realizzato in marmo pregiato, opera di Giovan Pietro da Rho. Palazzo Landi è ancora oggi uno dei palazzi più affascinanti di Piacenza, merito anche del suo splendido cortile situato in pieno centro storico.
- Palazzo Costa
Questo palazzo meravigliosamente conservato, è un esempio molto significativo di architettura nobiliare tardo secentesca piacentina. Realizzato su progetto di Ferdinando Bibiena, presenta una facciata finemente arricchita con stucchi e ferri battuti rococò, a sottolinearne l’origine nobiliare. I tre lati, con altrettanti porticati, ruotano intorno al vasto giardino dove si possono ammirare una pregevolissima balaustra e splendide statue dedicate alle stagioni. Lo scalone d’onore è unico nel suo genere: la prima rampa è infatti inserita nelle tre arcate del portico, con effetto molto scenografico. Stucchi, affreschi, statue di Giunone, Venere, Flora, e Pomona completano l’opera. Il salone al piano nobile risale al 1699 e fu disegnato da Ferdinando Galli Bibiena.
- Palazzo Rota Pisaroni
Recentemente restaurato in maniera impeccabile, questo palazzo ospita la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Il Palazzo ha una storia piuttosto singolare: divenne infatti noto alle cronache mondane intorno al 1830, anno in cui fu acquistato dalla famosa cantante piacentina Rosmunda Benedetta Pisaroni che lo elesse, di fatto, a “salotto buono” di Piacenza: era molto facile, infatti, incontrarvi i più promettenti artisti e pensatori dell’epoca.
- Palazzo Somaglia
Il palazzo Somaglia si trova in via Giuseppe Taverna: un interno decisamente sontuoso in confronto a un esterno quasi modesto. L’edificio sorse per iniziativa del Conte Orazio Cavazzi della Somaglia, nel 1688, su un edificio pre-esistente appartenente ai conti Barattieri. Ci vollero quasi vent’anni per terminare l’opera. La facciata esterna, semplicissima con i suoi tre ordini di finestre, presenta tre balconcini in ferro battuto sopra il portale d’ingresso. Come dicevamo, i tesori sono gelosamente custoditi al suo interno, a partire dal meraviglioso scalone a quattro rampe oblique con balaustra in arenaria, risalente forse intorno al 1730 e realizzato su progetto di Domenico Cervini. Scenografici affreschi del quadraturista Francesco Natali fanno da cornice ai meravigliosi saloni interni.
- Palazzo Scotti da Fombio (noto anche come Collegio Morigi)
E’ opera di Giuseppe Marione e risale al 1780. Da vedere il loggiato aperto a “U” e gli stucchi, le tempere e gli affreschi pregiati che adornano lo scalone e il salone d’onore. Situato in via Taverna, il Palazzo risale al 1490 e fu realizzato dai conti Paride ed Ercole Scotti. La facciata è con mattoni a vista, ma impreziosita da alcuni fregi scultorei lungo tutto il perimetro e da due figure umane che sorreggono lo stemma famigliare. Il portale in marmo di Candoglia che caratterizza l’intero palazzo risale al 1492 e fu realizzato dal maestro Gregorio Prini. La corte interna è molto bella, soprattutto grazie al porticato con le colonne finemente decorate. Nel 1869, il Palazzo fu acquistato da Giacomo Morigi che lo trasformò nel cuore formativo e culturale della città, creando quello che passò alla storia con l’appellattivo di “Collegio Morigi”.
- Palazzo del Governatore
Prestigiosissima sede della Camera di Commercio, il Palazzo del Governatore è un mirabile edificio del XVIII secolo, in splendido stile neoclassico, opera di Lotario Tomba. Da ammirare sull’imponente facciata il grande orologio con la meridiana solare e il calendario perpetuo. Più che di semplice palazzo, date le importanti dimensioni, sarebbe più consono parlare di complesso: l’aspetto attuale, così articolato, è il frutto di un rifacimento settecentesco. Il Palazzo del Governatore ospitò fino al 1860 degli uffici del governatore della città.
- Palazzo dei Mercanti
Di origine seicentesca, l’attuale sede del comune fu realizzata tra il 1676 e il 1697 su progetto dell’architetto piacentino Angelo Caccialupi e voluto dal Collegio dei Mercanti, un’importante istituzione attiva in città dal medioevo al periodo napoleonico. Il Palazzo ha tre piani: al piano terreno, spicca un fiabesco loggiato con le colonne che reggono arcate a tutto sesto. La facciata, di mirabile bellezza, è molto particolare e unica nel suo genere in quanto presenta un portico piuttosto inusuale per l’epoca, che si spiega in ragione dell’antica funzione pubblica del palazzo che necessitava di spazi per le assemblee. Nell’epoca della dominazione francese, quando furono soppresse le antiche corporazioni, il palazzo dei Mercanti ospitò il collegio elettorale, il tribunale del commercio e il Teatro della Filodrammatica, a testimonianza dell’enorme importanza che l’edificio ricopriva sin dall’antichità.
Chiese da vedere a Piacenza
- Il Duomo
La cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Giustina ha la dignità di basilica minore ed è uno dei più rilevanti esempi italiani di architettura romanica, realizzata tra l’anno 1122 e il 1233. L’interno è a croce latina a tre navate mentre la facciata a capanna è in marmo rosa. Il campanile misura ben 71 metri di altezza. Al suo interno custodisce tre diversi organi a canne, realizzati in epoche differenti.
- Chiesa di Sant’Antonino
Dedicata al patrono di Piacenza, la basilica è in stile romanico caratterizzato da una grossa torre ottagonale che spicca nella sua imponenza. Voluta da San Vittore, primo vescovo della città, i lavori per realizzarla iniziarono intorno all’anno 350, per finire circa 25 anni più tardi. Custodisce le reliquie di Antonino, martire cristiano ucciso in Val Trebbia.
- Basilica di San Savino
Il primo e originario nucleo della chiesa fu realizzato intorno al 903: la chiesa fu poi distrutta e riedificata intorno all’XI secolo, anche se l’aspetto che possiamo ammirare oggi è il frutto di numerosi rimaneggiamenti dovuti a restauri e a vari interventi conservativi che si sono resi necessari durante gli anni. L’ultimo, sotto la guida del Beltrami, risale al 2006/7. Sopra l’altare maggiore, realizzato nel 1764, si può vedere un crocefisso in legno, datato probabilmente XII secolo, di autore ignoto.
- Chiesa di San Francesco
Situata in Piazza Cavalli, proprio all’incrocio con via XX Settembre, la splendida chiesa di San Francesco spicca per il suo aspetto austero, dovuto allo stile gotico. Costruita fra il 1278 e il 1373 presenta sulla facciata due contrafforti, un rosone, una cuspide e alcune guglie; i lati sono arricchiti con archi rampanti. Da non perdere anche l’interno, con i suoi meravigliosi affreschi del XV e XVI secolo: qui venne proclamata l’annessione della città di Piacenza al Regno di Sardegna nel 1848.
- Chiesa di San Sisto
La chiesa di San Sisto è una basilica rinascimentale che merita di essere visitata se non altro per il prezioso coro ligneo del 1514. I lavori per realizzare questo edificio risalgono al XIV secolo; anticamente sorgeva proprio qui un tempio edificato nell’874 per volere dell’imperatrice Angilberga, moglie di Ludovico II il Giovane. La basilica di San Sisto è stata per secoli il principale monastero benedettino di Piacenza.
- Basilica del Santo Sepolcro
Si tratta di una grande e imponente basilica realizzata da Alessio Tramello tra il XV e il XVI secolo. Sulla facciata verticale si possono notare importanti contrafforti, e un portale barocco di alto livello. Durante il periodo napoleonico la basilica divenne un ospedale militare: solo nel 1903 fu nuovamente riconvertita in luogo sacro.
- Basilica di Sant’Agostino
Risalente al XVI secolo, è oggi sconsacrata, e spesso ospita varie mostre. Realizzata in stile neoclassico da Camillo Morigia, è l’unica chiesa piacentina a cinque navate. Al suo interno si possono ammirare frammenti di affreschi del Malosso.
Altre cose da vedere a Piacenza
- Piazza Cavalli
Piazza Cavalli è il centro storico, culturale e artistico della città: deve il nome ai monumenti equestri dei Farnese realizzati da Francesco Mochi, che attraggono migliaia di turisti ogni anno grazie alla perfetta realizzazione. Piazza Cavalli, che una volta era chiamata Piazza Grande, fu inaugurata negli anni ’80 del XIII secolo quando furono realizzati lo splendido Palazzo Gotico e la chiesa di San Francesco. La posizione di questa piazza è strategica per chiunque volesse visitare la città di Piacenza poiché risulta essere al centro dei principali assi viari di origine medioevale che caratterizzano la viabilità. Nel corso del tempo e con le realizzazioni successive di numerosi grandi palazzi, l’aspetto della città è cambiato molto, ma non piazza Cavalli che è rimasta un vero monumento a cielo aperto.
Gli amanti dell’arte non possono non dedicare del tempo alta di questo gioiello: una completa e modernissima galleria in cui l’arte moderna mostra il meglio di sé con gli oltre 400 dipinti di Hayez, Filippini, Bianchi, Segantini, Cremona, Rosso e tantissimi altri. La Galleria è stata inaugurata l’11 ottobre 1931, alla presenza dei principi di Piemonte, Umberto e Maria José di Savoia. Il suo fondatore, Giuseppe Ricci Oddi, morì nel 1937, lasciando al suo museo tutti gli averi di cui era in possesso: denaro, azioni e gioielli di famiglia.
- Parco Galleana
Il parco, situato nel quartiere Galleana, in realtà è dedicato a Papa Giovanni Paolo II; sorge nella zona di via Manfredi e rappresenta un vero e proprio polmone verde della città: con i suoi 150.000 metri quadrati, di cui 100.000 coltivati a prato, è infatti una meta privilegiata scelta dai piacentini per rilassarsi e passeggiare. Il parco è dotato infatti di tutti i servizi necessari: servizi igienici, vialetti e sentieri in mezzo al bosco, fontanelle d’acqua e una serie di bacheche informative che raccontano le caratteristiche naturali del Parco, illustrandone flora e fauna.
- Sala dei Teatini (Chiesa di San Vincenzo)
Si tratta di una ex chiesa oggi sconsacrata e trasformata in un suggestivo auditorium che ospita prestigiose rassegna di arte e musica. Consacrata dal vescovo Claudio Rangoni nel 1612, sopra alla preesistente e duecentesca chiesa S. Vincenzo, è oggi la sala prove dell’Orchestra Giovanile “L.Cherubini” diretta dal maestro Muti. L’interno è molto bello da vedere: oltre alle tre navate, infatti, spicca un ciclo ad affresco risalente agli inizi del Settecento con opere Robert De Longe (Bruxelles 1646- Piacenza 1709) e di Giovan Evangelista Draghi (Genova 1654-1712); la volta a botte della navata centrale (1760-1) è invece opera dei maestri lombardi Felice Biella e Federico Ferrario
- Pietra Parcellara
La Pietra Parcellara è il “monte di Piacenza”: con i suoi 836 metri troneggia nella val Trebbia, diviso fra i Comuni di Travo e Bobbio. Fare un giro sulla sua vetta permette di godere una magnifica vista panoramica su tutta la val Trebbia, ma anche sulla valle di Bobbiano, la val Luretta, il monte Penice e le zone limitrofe. Per salirci ci sono due alternative: una strada che parte da Travo, attraversa la piccola frazione di Chiosi e arriva in cima, oppure attraversando il passo della Caldarola. Il percorso a piedi non è particolarmente impegnativo e si adatta facilmente a grandi e piccini, anche se non troppo allenati.
- Teatro Municipale
Più che un semplice teatro è una vera e propria opera d’arte: il teatro municipale si trova in via Verdi ed è un maestoso esempio di architettura tardo settecentesca, con stucchi e dipinti di grande pregio. Inaugurato il 10 settembre 1804, la prima opera che fu rappresentata fu “Zamori”, dramma serio per musica di Giovanni Simone Mayr, un musicista bavarese maestro nientemeno che di Gaetano Donizetti.
- Museo civico di Storia Naturale
Piacenza è una città straordinariamente ricca di arte e cultura, ma non bisogna dimenticare la natura che pure da queste parti riveste una enorme importanza: il museo civico di Storia Naturale ha l’obiettivo di conservare e proteggere il patrimonio di flora e fauna che caratterizza l’alta Emilia Romagna. Ricavato nell’ex Macello Comunale, la struttura fu realizzata a cavallo tra Ottocento e Novecento, e inaugurata il 12 maggio 1892. Ampliato nel corso del tempo, il macello fu completato nel 1912 con la costruzione della Fabbrica del Ghiaccio necessaria per la conservazione delle carni. Il museo misura oggi duemila metri quadrati adibiti a sale espositive, laboratori didattici attrezzati, e sale multimediali.
- Biblioteca Comunale
La biblioteca Passerini-Landi è famosa in città per la bellezza e la maestosità delle sue sale e per la storia dei suoi libri, che risale al 1774 quando il duca di Parma e Piacenza Ferdinando di Borbone istituì la prima Biblioteca Reale piacentina con sede nel collegio di San Pietro. I primi libri che composero la biblioteca appartenevano alla collezione dei Gesuiti, espulsi dal Ducato nel 1768. Il 1774 è dunque universalmente riconosciuto come l’anno di fondazione della Biblioteca piacentina, anche se entrò a pieno regime solamente quattro anni più tardi, quando fu nominato il primo bibliotecario: Cristoforo Poggiali, sacerdote e storico.
- Museo Scalabrini
Aperto su prenotazione, il Museo Scalabrini fa parte dei musei diocesani ed è nato grazie alla generosità dei collaboratori del vescovo Giovanni Battista Scalabrini, che dopo la sua morte nel 1905, iniziarono a fare delle donazioni a suo nome. In particolare, la nascita del museo si deve a monsignor Camillo Mangot, monsignor Ludovico Mondini e don Carlo Spallazzi che di fatto iniziarono il progetto. La Galleria dei Padri Scalabriniani conta oggi un centinaio di pezzi fra tele e sculture, risalenti a periodi molto diversi: dal Cinquecento ad oggi. Interessanti da vedere i dipinti mariani di Benvenuto Tisi detto il Garofalo e Giovanni Battista Trotti detto il Malosso, un Crocifisso attribuito a Francesco Cairo e un San Pietro in preghiera attribuito al Guercino.
- Monastero di San Raimondo
Concludiamo la nostra carrellata di 35 cose da vedere a Piacenza con il monastero di San Raimondo definito “un’oasi dello spirito nel cuore della città”, il che non è soltanto uno slogan privo di significato, al contrario: essendo un monastero benedettino vige ancora oggi la regola del suo fondatore basata su lavoro e silenzio. Il monastero prende il nome da San Raimondo che era un padre di famiglia, lavoratore instancabile e uomo di fede che fondò i primi ospedali di Piacenza nel 1175. Morì nel 1200 e fu portato in trionfo dal suo popolo, in segno di stima e rispetto.
Fotografie: Wikipedia