IL VINO NEI SECOLI: il XVIII secolo in Italia
di Marco Rossi
Un’altra interessante testimonianza ci viene leggendo alcuni frammenti di una commedia ben nota del Goldoni, la Locandiera.
In questa scena, il cavaliere misogino che non vuol sentir parlar di donne e la locandiera orgogliosa, che non sopporta di non piacer a tutti gli uomini, dopo aver pasteggiato con un Bordeaux di qualità, ricevono la visita del Marchese, che a dispetto del suo titolo, non possiede più ne marchesato, ne denaro.
Tirchio come pochi, offre il suo vinello, scarno e in una bottiglietta assi ristretta, per dimostrar il suo maggior intendimento intorno ai vini:
Marchese: Con vostra buona grazia, non val niente. Sentite il mio vin di Cipro.
Cavaliere: Ma dov’è questo vino di Cipro?
Marchese: L’ho qui, l’ho portato con me, voglio che ce lo godiamo: ma! è di quello. Eccolo. (Tira fuori una bottiglia assai piccola.)
Mirandolina: Per quel che vedo, signor Marchese, non vuole che il suo vino ci vada alla testa.
Marchese: Questo? Si beve a gocce, come lo spirito di melissa. Ehi? Li bicchierini.(Apre la bottiglia.)
Servitore: (porta de’ bicchierini da vino di Cipro.)
Marchese: Eh, son troppo grandi. Non ne avete di più piccoli? (Copre la bottiglia colla mano.)
Cavaliere: Porta quei da rosolio. (Al Servitore.)
Mirandolina: Io credo che basterebbe odorarlo.
Marchese: Uh caro! Ha un odor che consola. (Lo annusa.)
Servitore: (porta tre bicchierini sulla sottocoppa.)
Marchese: (versa pian piano, e non empie li bicchierini, poi lo dispensa al Cavaliere, a Mirandolina, e l’altro per sé, turando bene la bottiglia): Che nettare! Che ambrosia! Che manna distillata! (Bevendo.)
Cavaliere: (Che vi pare di questa porcheria?). (A Mirandolina, piano.)
Mirandolina: (Lavature di fiaschi). (Al Cavaliere, piano.)
Marchese: Ah! Che dite? (Al Cavaliere.)
Cavaliere: Buono, prezioso.
Marchese: Ah! Mirandolina, vi piace?
Mirandolina: Per me, signore, non posso dissimulare; non mi piace, lo trovo cattivo, e non posso dir che sia buono. Lodo chi sa fingere. Ma chi sa fingere in una cosa, saprà fingere nell’altre ancora.