Vittorio Sgarbi a Vicobarone
«Scaramuzza, un musicista della pittura»
“L’Onorevole Sgarbi, a Vicobarone, parla del passato guardando al presente”
La chiesa gremita, tutti in silenzio ad ascoltare le parole del professore di Ferrara, che non annoia mai, nessuno sbadiglia, tutti a seguire un discorso intrecciato tra storia e attualità, che parte dal 1858 (data in cui il dipinto entra a far parte del patrimonio della parrocchia di Vicobarone), fino ad arrivare ai giorni nostri. Storia di ieri, quando l’onorevole Vittorio Sgarbi – ospite a Vicobarone per la presentazione, promossa dalla Banca di Piacenza, del dipinto di Francesco Scaramuzza dedicato all’Immacolata Concezione – vuole ricordare i 19 italiani morti a Nassirya. Ma il suo excursus parte da un commento alla chiesa di San Colombano, “stravolta”, per un giorno, dove i fedeli non sono rivolti all’altare, ma si ritrovano di fronte al quadro dello Scaramuzza. «Il dipinto – attacca Vittorio Sgarbi – ha una funzione di protezione contro il demonio. La Vergine prima sale in cielo e poi scende, e con il piede schiaccia il serpente con gli occhi iniettati di sangue. Il serpente rappresenta il Male e l’Immacolata accorre in aiuto degli uomini sulla Terra, una figura ausiliatrice, che aiuta l’uomo con passione e compassione. La protezione sul mondo». Ed ecco qui il passaggio con il quotidiano, dell’uomo politico. «Il martirio dei 19 italiani ha rafforzato l’identità della Patria, che si era persa e che non è mai stata così forte come in questo momento». Il riferimento è alla presenza delle truppe italiane in Iraq. «La nostra presenza ha un duplice significato, prima politico e militare, ma anche religioso». Ma ora il discorso, ritorna al protagonista della giornata, Scaramuzza, a cui riconosce il dono di “medium” e parla di un clima “psicologico”. «Scaramuzza – spiega l’onorevole – ha questa qualità che sfrutta per realizzare i dipinti e parte quindi in un viaggio nell’aldilà; si convince di parlare con le anime, un viaggio dal quale ritorna con delle immagini che utilizza per realizzare i disegni per raffigurare la Divina Commedia». Una tecnica impiegata anche per l’Assunta di Cortemaggiore, in cui si respira la stessa atmosfera, sentita attraverso le note della Corale che nella chiesa di Vicobarone ha riproposto nella musica di Verdi. «La sinestesia, ovvero quando osservi delle figure, delle immagini e ti sembra di sentire la musica». Nelle opere dell’artista di Sissa, troviamo sulla tela un fondale di evanescenza, come nell’Immacolata, dove appaiono angeli rarefatti, fusi nelle nuvole, come forme di luce. È a questo punto che il professore svela il momento in cui ha attestato il quadro. «Non avevo mai visto l’opera. Mi è bastata una telefonata, ho sentito il commento di Maurizio Caprara che era venuto a studiare l’Immacolata e mi sono fidato delle sue parole. Alla mostra di Sissa ho capito che non avevo sbagliato: si trattava veramente di un dipinto di Scaramuzza». È qui che Vittorio Sgarbi mostra anche il suo buon umore: «Si tratta di un’attribuzione medianica, è la prima volta che accade». Gli intrecci nell’elucubrazione di Sgarbi proseguono, ma il filo conduttore di tutto sembra essere sempre la religione, il cristianesimo che s’identifica con un simbolo ben preciso: il crocifisso. Ed ecco che quindi, il “polemico” professore (così si definisce lui stesso), commenta la sentenza di un “giudice” e cita per l’appunto Benedetto Croce. «Non possiamo non definirci cattolici», ma la arringa prosegue e prende una posizione netta. «Quel giudice non ha capito che anche lui è un cristiano, oltre alla ragione del culto, doveva considerare anche la cultura». Tutti continuano a seguire il professore, ma il tempo è tiranno e un aereo attende il critico d’arte, giusto il tempo per salutare e firmare qualche autografo e le note della corale accompagnano la sua uscita.
Filippo Ghialamberti
Articolo tratto dalla “Cronaca di Piacenza” di sabato 22 Novembre 2003 P. 29
Foto di Arianna Bosio www.eguardoilmondodalmioblog.com