Il comune di Gazzola è certamente tra i borghi più incastellati d’Italia. Oltre al più famoso castello di Rivalta se ne possono contare altri tre: il castello di Rezzanello, il castello di Momeliano, il castello di Lisignano.
Lisignano, precedentemente noto con il nome di Licinianus, è citato nella Tabula alimentaria traianea. Questa è un’iscrizione bronzea di epoca romana, rinvenuta nei pressi di Velleia, che contiene numerose informazioni inerenti l’organizzazione agricola del territorio piacentino nel secondo secolo, ivi comprese molte indicazioni toponomastiche e onomastiche
Lisignano fu poi sede parrocchiale nel medioevo.
Il castello di Lisignano a pianta rettangolare con quattro torri cilindriche e alte scarpate è circondato da un fossato ancora oggi percorso dalle acque provenienti dal vicino torrente Luretta.
Il castello di Lisignano viene citato per la prima volta in documenti ufficiali nel 1244, quando vi soggiornò il marchese Hohenburg, vicario dell’imperatore Federico II. La struttura è comunque più antica.
Come altre strutture fortificate della zona, nel corso dei secoli subì numerosi passaggi di mano. Appartenne ai Pagani, dal 1387 ai Figliagaddi, poi all’Ospedale Grande di Piacenza, e dal 1632 fino all’inizio del ventesimo secolo fu dei Rizzalotti.
Oggi è di proprietà privata e non è visitabile.
Vi si accede attraverso un ponte levatoio munito di bolzoni in legno e catene. Nel settecento il maniero è stato modificato secondo il gusto dell’epoca: il cortile interno affaccia su di un duplice loggiato barocco con scalone che porta al piano superiore. Sono ancora visibili le tracce di affreschi attribuiti a Fernando Bibiena e che raffigurano il motivo prospettico dei portici ed alcuni trofei militari. Le stanze sono ampie e luminose con soffitti a vela e lunettoni.
In una delle torri, munita di sotterranei, erano ubicate le prigioni. I condannati vi venivano calati per mezzo di funi attraverso una botola aperta sul soffitto. Secondo alcune testimonianze locali esisterebbe anche un passaggio segreto sotterraneo, che passando sotto il torrente Luretta condurrebbe sino al castello di Agazzano.
Fonti:
“Piacenza e la sua provincia” di Leonardo Cafferini, Nuova Litoeffe, Castelvetro Piacentino; 2005
Foto: Comune di Gazzola