Ubicato su di una collina a circa trecento metri sul livello del mare, lungo la via che da Agazzano conduce a Pianello Val Tidone, in splendida posizione panoramica a circa trenta chilometri da Piacenza, è documentato per la prima volta nel 1412 quando i Visconti lo infeudarono agli Arcelli.
La sua collocazione in posizione strategica lo rendeva ideale per il controllo delle strade che dal Po raggiungevano i passi appenninici.
Sorto in origine come fortilizio con funzioni prettamente militari, subì in seguito numerose modifiche per trasformarlo in una residenza adatta alle nuove esigenze ed al prestigio sociale raggiunto dalle famiglie gentilizie che lo abitarono, sino a farne un luogo di fermento culturale ed una dimora ricca di pregevoli opere d’arte.
La storia di questo castello è segnata comunque dai numerosi passaggi di proprietà, spesso determinati da fatti di sangue, truffe o dalla estinzione delle famiglie proprietarie per mancanza di eredi. Oggi è ancora di proprietà privata, ma parzialmente abbandonato e bisognoso di interventi di ristrutturazione.
Di pianta quadrangolare è costruito in laterizio e mattoni con cinque torri a pianta quadrata e mastio rinforzato con eleganti beccatelli e merlature coperte nella parte terminale.
All’interno uno scalone monumentale con la volta affrescata a motivi policromi conduce agli ambienti del piano nobile con portico al piano terreno e loggia al piano superiore di aspetto settecentesco, entrambi a tre fornici. Degni di menzione i grandi saloni del primo piano, con soffitti a cassettoni e affreschi decorativi: la sala della musica, quella per il pranzo, e gli altri sfarzosi ambienti signorili tutti impreziositi da effetti scenici e decorativi. Così come il suggestivo giardino alberato collocato sul versante rivolto verso Piacenza e la pianura.
Ultima citazione, non meno importante delle precedenti, per la chiesetta a tre navate con volte a botte dedicata a San Giuseppe, caratterizzata dalla presenza di un doppio altare collocato in fondo all’abside, e dalle reliquie di San Felice martire conservate in una preziosa teca di legno e vetro.
Fonti:
“Piacenza e la sua provincia” di Leonardo Cafferini, Nuova Litoeffe, Castelvetro Piacentino; 2005
Foto: wikipedia